Introduzione
La recente riforma del Codice della Strada, promossa dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha introdotto modifiche significative riguardo alla guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, in particolare la cannabis. Queste modifiche hanno suscitato un acceso dibattito, poiché prevedono sanzioni anche per chi, pur avendo consumato cannabis giorni prima e non essendo in stato di alterazione al momento della guida, risulti positivo ai test. Questo approccio solleva interrogativi sulla sua efficacia nel migliorare la sicurezza stradale e sulla natura ideologica delle scelte legislative adottate.
Modifiche al Codice della Strada: Cosa Cambia?
La riforma elimina il requisito dello stato di alterazione psico-fisica per configurare il reato di guida sotto l’effetto di droghe. In altre parole, non è più necessario che il conducente sia in evidente stato di alterazione; è sufficiente un risultato positivo al test per essere sanzionati. Questo implica che tracce di THC, il principio attivo della cannabis, nel sangue o nelle urine, anche se derivanti da un consumo avvenuto giorni prima e non influenti sulle capacità di guida, possono comportare sanzioni severe.
Sanzioni Previste
Le nuove disposizioni prevedono un inasprimento delle sanzioni per chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Le pene includono:
- Sospensione della patente da uno a due anni.
- Arresto fino a un anno.
- Multe fino a 6.000 euro.
Inoltre, per i recidivi, è prevista la revoca definitiva della patente, il cosiddetto “ergastolo della patente”.
Critiche alla Riforma: Una Scelta Ideologica?
Molti esperti e associazioni hanno criticato la riforma, definendola una scelta ideologica piuttosto che una misura efficace per migliorare la sicurezza stradale. La presenza di tracce di THC nel sangue non indica necessariamente uno stato di alterazione o compromissione delle capacità di guida.
- Il THC può rimanere nel sistema per giorni o settimane dopo il consumo, senza influenzare le capacità cognitive o motorie.
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che la presenza di THC nel sangue non è un indicatore affidabile dell’attuale stato di alterazione del conducente.
Implicazioni per i Consumatori di Cannabis Terapeutica
La riforma solleva preoccupazioni anche per i pazienti che utilizzano cannabis a scopo terapeutico. Questi individui potrebbero risultare positivi ai test per il THC nonostante non siano in stato di alterazione, esponendosi a sanzioni severe. Questo approccio potrebbe disincentivare l’uso di trattamenti legali e prescritti, creando un conflitto tra le normative sulla salute e quelle sulla sicurezza stradale.
Conclusioni
La recente riforma del Codice della Strada introduce sanzioni per la guida con tracce di THC nel sangue, indipendentemente dallo stato di alterazione del conducente. Questa scelta, considerata da molti come ideologica, potrebbe non migliorare la sicurezza stradale e solleva questioni di giustizia e proporzionalità delle pene. È fondamentale che le leggi siano basate su evidenze scientifiche e mirino a tutelare realmente la sicurezza pubblica, evitando misure punitive che non riflettono la realtà dei fatti.