Perché la cannabis è proibita? Le vere ragioni dietro un secolo di bugie

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Perché la cannabis è proibita? No, non per motivi scientifici. E nemmeno per proteggere la tua salute. È proibita per interessi. Economici, politici, culturali. Perché fa paura. Perché è una pianta troppo utile, troppo accessibile, troppo libera. E proprio per questo, pericolosa per chi ha sempre lucrato sul controllo.

La vera storia del proibizionismo: quando la cannabis divenne “il nemico”

Torniamo agli anni ’30 negli Stati Uniti: la cannabis veniva usata legalmente da medici, contadini e industrie tessili. Ma un certo Harry Anslinger, primo commissario del Federal Bureau of Narcotics, lanciò una guerra personale contro la pianta.

La motivazione? Razzismo e propaganda. Secondo Anslinger, la cannabis “spingeva i neri e i messicani alla violenza contro i bianchi”. Nasce così il mito dello spinello assassino. I giornali amplificarono tutto. Il film Reefer Madness fece il resto.

Nel 1937 il Congresso approvò il Marijuana Tax Act: la cannabis diventava illegale. Non perché facesse male. Ma perché faceva concorrenza all’industria del cotone, alla nascente farmaceutica, ai giornali di Hearst (prodotti con carta di legno, non di canapa).

Un secolo dopo, la stessa bugia

Nel 1961 l’ONU inserisce la cannabis tra le droghe più pericolose, grazie alla Convenzione Unica sugli Stupefacenti. Da allora, ogni paese ha preso il divieto come dogma. Italia inclusa.

Nel frattempo, studi scientifici, sentenze, ricerche mediche, rapporti governativi, hanno dimostrato che la cannabis non provoca dipendenza fisica, non è letale, ha effetti terapeutici concreti. Eppure… la legge non cambia.

Perché? Semplice: il proibizionismo è un affare. Milioni di euro in processi, sequestri, multe, carcerazioni. Milioni di euro in farmaci brevettati per curare ciò che la pianta allevia gratis. La cannabis libera la mente, il corpo e il mercato. E questo, ai potenti, non piace.

Coltivare è resistere: la canapa è una minaccia per il sistema

La canapa industriale era coltivata anche in Italia fino agli anni ’40. Oggi, grazie alla Legge 242/2016, si può coltivare solo con varietà certificate e THC sotto lo 0,2%. Ma le restrizioni sono così assurde da scoraggiarne l’uso.

Nel frattempo, chi coltiva per uso personale rischia ancora il penale. Anche se ha tre piantine in balcone. Anche se è per motivi terapeutici. Anche se non vende nulla.

Perché? Perché coltivare significa essere indipendenti. Non dipendere da farmacie, da dealer, da importazioni. È un atto di libertà, e quindi… pericoloso.

Scegliere i semi giusti per non farsi fregare

I semi di cannabis non sono illegali in Italia, ma la germinazione lo è. Sì, sembra una barzelletta. Eppure è così. Puoi comprarli, collezionarli, ma se li metti in vaso sei un fuorilegge.

Per ridurre i rischi:

  • Acquista solo da seedbank affidabili e certificati (es. Seedsman, Sensi Seeds, Royal Queen)
  • Conserva sempre la confezione originale e la fattura
  • Preferisci varietà CBD o low THC, se vuoi “volare basso”

In caso di controllo, tutto ciò che documenta legalità può aiutarti. Ma resta il fatto: criminalizzare i semi è criminale.

Conclusione: la bugia continua. Ma anche la resistenza

Un secolo dopo l’inizio del proibizionismo, siamo ancora qui. A combattere contro la disinformazione, contro una legge ridicola, contro uno Stato che punisce chi coltiva e protegge chi specula.

La cannabis è proibita non perché fa male, ma perché fa bene. Fa bene alla salute. Fa bene alla terra. Fa bene all’autonomia. E questo, in un sistema che si regge sulla dipendenza, è rivoluzionario.

La buona notizia? Le bugie hanno le gambe corte. E noi, da Canapalandia, continuiamo a raccontare la verità. Una pianta alla volta.

✅ Consigli finali per chi vuole cambiare le cose:

  • 🧠 Informati: smonta i falsi miti, condividi fonti affidabili
  • 🌱 Coltiva: anche solo cultura, se non puoi coltivare piante
  • 🗣 Parla: normalizza il linguaggio, combatte lo stigma
  • ✊ Sostieni la riforma: firma, partecipa, resisti

Non siamo noi i fuorilegge. È il sistema che ha bisogno di una riforma urgente. E questa pianta… è il miglior punto di partenza.


🌱 Unisciti a chi non si arrende

Difendere la canapa significa difendere la libertà, la scienza e il lavoro.
Se anche tu credi che il proibizionismo non è la risposta, aiutaci a tenere viva questa battaglia di verità e resistenza.

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Disclaimer legale: I contenuti presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo. Canapalandia non promuove né incita a pratiche contrarie alla legge italiana. Si invita ogni lettore a informarsi sulla normativa vigente e ad agire sempre nel rispetto della legalità.

Per informazioni o segnalazioni puoi contattarci a info@canapalandia.com.

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