🌿 Si teme il fiore che rilassa, ma non la pillola che uccide

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Illustrazione che mette a confronto i rischi dei farmaci oppiacei come il Fentanyl con l’uso della cannabis light, mostrando simbolicamente la differenza tra naturale e chimico.

Negli Stati Uniti il Fentanyl uccide più della guerra, in Italia si vuole vietare la cannabis light. Due mondi che sembrano lontani, ma che raccontano la stessa storia: quella di un sistema che ha perso il senso delle proporzioni.

Da una parte una sostanza 100 volte più potente della morfina, distribuita legalmente per anni come “terapia del dolore” e finita oggi nelle strade come killer silenzioso. Dall’altra, una pianta che non ha mai ucciso nessuno, che aiuta milioni di persone a rilassarsi, dormire, respirare un po’ meglio… e che però continua a far paura.

È evidente che il confronto tra fentanyl e cannabis light non regge sul piano medico o scientifico: una è un oppioide sintetico ad altissima potenza con un rischio letale reale, l’altra è una pianta dalle proprietà rilassanti e terapeutiche. Ma proprio questo rende più provocatoria e necessaria la riflessione: perché si criminalizza la cannabis, mentre si legittimano sostanze infinitamente più pericolose?

Fentanyl: il vero mostro legalizzato

Negli Stati Uniti il Fentanyl ha provocato oltre 100.000 morti per overdose in soli tre anni. Un numero che supera le vittime della guerra del Vietnam. È 50 volte più potente dell’eroina, 100 volte più della morfina. Bastano pochi milligrammi per uccidere.

Nonostante questo, è stato per anni distribuito legalmente, promosso dalle case farmaceutiche, prescritto con leggerezza. Una medicina trasformata in epidemia, autorizzata dallo stesso sistema che oggi chiede di vietare la cannabis light.

La canapa sotto accusa: un fiore diventato nemico

In Italia, invece, si parla di vietare la cannabis light. Una pianta naturale, priva di effetti psicoattivi gravi, con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Utilizzata per dormire meglio, per lenire ansia e stress, o semplicemente come alternativa al tabacco.

Ma il fiore dà fastidio. Non perché faccia male – nessuno è mai morto per aver fumato canapa light – ma perché rappresenta un’alternativa fuori dal controllo farmaceutico. È autoproducibile. È economica. È naturale.

Due pesi, due misure: la logica del profitto

La repressione della cannabis light non è una questione sanitaria. È una questione di potere. Di monopolio narrativo. Di interessi che parlano la lingua della chimica industriale.

Il Fentanyl è stato venduto come salvezza. La canapa, anche light, come pericolo. Eppure una ha causato una strage. L’altra, nulla.

La tabella che non dovrebbe esistere (ma serve a riflettere)

Mettere a confronto Fentanyl e cannabis light è un paradosso. Ma proprio per questo può servire: non per dire che siano sullo stesso piano, ma per mostrare l’assurdità del sistema.

Aspetto Fentanyl Cannabis Light
Origine Sintetico, prodotto in laboratorio Naturale, derivato dalla pianta
Potenza Altissima (100x morfina) Bassa (THC < 0,2%)
Effetti collaterali Altamente dipendente, rischio overdose Rilassamento, effetto blando
Morte per overdose Decine di migliaia l’anno (USA) Nessuna documentata
Legalità Farmaco autorizzato (con restrizioni) Legale solo come infiorescenza, ora a rischio
Accessibilità Prescrizione medica (ma spesso abusata) Vendita regolata nei grow shop
Percezione pubblica Farmaco salvavita / killer silenzioso Ancora associata a “droga”

Conclusione: è ora di cambiare narrazione

Non è solo questione di sostanze. È questione di libertà. Di conoscenza. Di giustizia.

La canapa non è il nemico. Lo è l’ignoranza che la circonda, la paura che la trasforma in bersaglio, e l’ipocrisia di un sistema che fa finta di non sapere.

Il fiore che rilassa non uccide. La pillola che dovrebbe curare, spesso lo fa.

È tempo di invertire la rotta. Di smettere di avere paura di una pianta. E iniziare a pretendere coerenza, verità e rispetto per chi sceglie un’alternativa più naturale, più umana.

Canapalandia continuerà a raccontare tutto questo. Con coraggio. Con dati. Con cuore.

⚠️ Nota editoriale importante

Questo articolo non intende demonizzare l’uso dei farmaci, né scoraggiarne l’impiego quando sono realmente necessari. I farmaci — inclusi gli oppiacei — possono essere strumenti salvavita se usati correttamente, sotto supervisione medica.

Tuttavia, ciò che solleviamo è una questione di coerenza, trasparenza e responsabilità: perché si colpiscono con tanta durezza le sostanze naturali come la cannabis light, mentre si sottovalutano o si promuovono composti chimici che hanno causato vere e proprie stragi?

Non è la sostanza in sé il problema, ma il sistema che ne decide arbitrariamente il destino, spesso in base a interessi economici o culturali più che scientifici.

 

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Disclaimer legale: I contenuti presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo. Canapalandia non promuove né incita a pratiche contrarie alla legge italiana. Si invita ogni lettore a informarsi sulla normativa vigente e ad agire sempre nel rispetto della legalità.

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