Negli ultimi giorni, alcune dichiarazioni rilasciate da esponenti politici italiani hanno acceso i riflettori su un presunto legame tra l’uso di cannabis e il calo delle nascite in Italia. Secondo il sottosegretario Alfredo Mantovano, la cannabis contribuirebbe alla denatalità che affligge il nostro Paese. Un’accusa grave, che merita di essere esaminata con attenzione. Ma è davvero così? Cosa dice la scienza? E quali sono le vere cause del crollo demografico?
Il contesto politico: cosa è stato detto?
Durante un convegno intitolato “Cannabis e fertilità”, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il sottosegretario Alfredo Mantovano, delegato alle politiche antidroga, ha dichiarato che l’uso di cannabis è tra le cause della denatalità italiana. Ha affermato che il consumo di cannabis è stato banalizzato da decenni e che questa banalizzazione, unita a quella della sessualità, avrebbe conseguenze importanti sulla natalità.
Queste dichiarazioni sono state riportate da Il Fatto Quotidiano.
Cannabis e desiderio sessuale: cosa dice la scienza
Contrariamente a queste posizioni politiche, diversi studi scientifici hanno dimostrato che l’uso moderato di cannabis può essere associato a un aumento del desiderio sessuale, a una maggiore frequenza dei rapporti e, in alcuni casi, a una soddisfazione complessiva superiore.
- Stanford University – Studio su 50.000 persone: chi fa uso di cannabis ha una vita sessuale più attiva.
- PubMed (2019) – Il 58,9% dei partecipanti ha riportato un aumento del desiderio, e il 73,8% una maggiore soddisfazione sessuale.
Questi dati suggeriscono che l’associazione tra cannabis e calo del desiderio è infondata. Esistono anzi evidenze empiriche di un effetto positivo sulla sfera sessuale.
Effetti sulla fertilità: tra ipotesi e dati discordanti
La fertilità è un ambito complesso, influenzato da fattori genetici, ambientali e ormonali. Alcuni studi ipotizzano che la cannabis possa alterare temporaneamente i cicli ovulatori o influire sulla qualità spermatica, ma non ci sono prove conclusive di danni permanenti.
- PMC 2019 – Variazioni minime nei cicli ovulatori, ma nessuna riduzione clinicamente rilevante della fertilità.
- Harvard Medical School – Gli uomini che consumavano cannabis mostravano valori spermatici più alti rispetto ai non utilizzatori.
Il consenso scientifico è chiaro: non vi sono evidenze definitive che la cannabis comprometta la fertilità. Gli effetti sono variabili, temporanei e legati al dosaggio.
Le vere cause del calo delle nascite in Italia
Mentre si punta il dito contro la cannabis, le vere cause della crisi demografica restano trascurate:
- Disoccupazione giovanile
- Fuga dei cervelli
- Precarietà economica e caro-vita
- Politiche familiari insufficienti
Sono questi i fattori che impediscono ai giovani di costruirsi un futuro, non certo qualche canne serale per rilassarsi.
Cannabis light nel mirino: ma perché?
Nonostante l’oggetto delle accuse sia la cannabis generica, è la cannabis light ad essere spesso colpita dalle normative restrittive. Un prodotto legale, con THC inferiore allo 0,2%, sicuro e regolamentato.
Perché fa così paura? Perché non passa dalle farmacie. Perché non crea dipendenza. Perché è naturale. E soprattutto: perché funziona.
Conclusione: non è la cannabis, è il pregiudizio
Colpevolizzare la cannabis per il calo delle nascite è una scorciatoia ideologica. È una narrazione utile solo a distogliere l’attenzione dalle vere responsabilità politiche e sociali.
Serve onestà intellettuale, coerenza scientifica e il coraggio di guardare in faccia la realtà: la cannabis non è il problema. Il problema è chi la usa come capro espiatorio.
Fonti scientifiche e giornalistiche:
- Il Fatto Quotidiano – Le dichiarazioni di Mantovano
- The Times – Birthrate blame and cannabis
- Stanford University – Cannabis and sexual activity
- PubMed – Cannabis and sexual satisfaction
- Harvard Gazette – Cannabis and sperm concentration
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