Il Decreto Sicurezza 2025 è legge. Firmato dal Presidente Mattarella e fortemente voluto dal Governo Meloni, ha ufficialmente decretato l’equiparazione della cannabis light alle sostanze stupefacenti. Una scelta miope, ideologica e scientificamente infondata, che colpisce duramente un intero settore legale e innovativo. Ma c’è un dato che il governo non ha considerato: la filiera della canapa non si ferma. Anzi, rilancia.
Un Settore che Non Si Arrende
La canapa legale in Italia è molto più di una moda passeggera. È una filiera agricola e industriale completa, fatta di imprenditori, ricercatori, commercianti e agricoltori. Un mondo che negli ultimi anni ha saputo creare occupazione, innovazione, sostenibilità ambientale e opportunità per i giovani.
Secondo le ultime stime, la filiera rappresenta:
- Oltre 3.000 imprese attive
- Più di 22.000 posti di lavoro
- Un fatturato annuo superiore a 500 milioni di euro
Ma soprattutto, è un esempio di economia etica e resiliente, che ha dimostrato come si possa lavorare nella legalità rispettando l’ambiente e le comunità locali.
Una Stretta Repressiva Senza Logica
Il Decreto Sicurezza 2025 ha spazzato via tutto questo con un colpo di spugna. Senza prevedere transizioni, senza ascoltare la scienza, senza alcuna valutazione d’impatto economico. Il decreto vieta la produzione, la trasformazione e la vendita di infiorescenze di canapa light, anche se contenenti THC inferiore allo 0,2% come previsto dalle norme europee.
In pratica, l’Italia ha deciso di andare in controtendenza rispetto al resto dell’Europa, dove si spinge per una regolamentazione trasparente e armonizzata.
Le Prime Reazioni: Ricorsi, Denunce e Proteste
La risposta della filiera è stata immediata e compatta. Le principali associazioni di settore – tra cui Canapa Sativa Italia, Federcanapa, CIA Agricoltori e molti attivisti – si sono mobilitate su più fronti:
- 📜 Ricorsi al TAR per bloccare l’efficacia immediata del decreto
- ⚖️ Impugnazione alla Corte Costituzionale per valutarne la legittimità
- 🇪🇺 Petizione accolta al Parlamento Europeo per violazione del diritto comunitario
- 📢 Manifestazioni pubbliche e campagne di sensibilizzazione in molte città italiane
La battaglia è solo all’inizio. E questa volta non ci saranno silenzi: la canapa legale è una voce che si alza.
Disobbedienza Civile e Produzione Attiva
In molte regioni, produttori e commercianti hanno scelto di non fermare le attività. Alcuni hanno mantenuto aperti i negozi, altri hanno riconvertito temporaneamente la vendita. Ma il messaggio è chiaro: non ci arrendiamo.
Molti parlano apertamente di disobbedienza civile, altri denunciano i danni economici già subiti, tra magazzini pieni di merce sequestrabile e clienti confusi. Il clima è teso, ma anche determinato. E la canapa è diventata simbolo di una resistenza più ampia.
Un Attacco che Va Oltre la Canapa
Il Decreto Sicurezza non colpisce solo la cannabis. Colpisce l’intera idea di libertà individuale e di società aperta. Introduce norme più severe su manifestazioni, accoglienza, cittadinanza, sorveglianza. E lo fa nel silenzio complice di molti media.
Il divieto sulla cannabis light è solo una bandiera, una distrazione, un capro espiatorio. Si criminalizza ciò che non è pericoloso per coprire ciò che lo è davvero.
Europa: Legalità e Sviluppo. Italia: Proibizionismo
Mentre l’Italia arretra, l’Europa avanza. In Germania è appena entrata in vigore la legge sulla cannabis ricreativa. In Svizzera e Repubblica Ceca si è alzato il limite di THC all’1%. L’UE chiede armonizzazione normativa e trasparenza.
L’Italia? Isolata. E ad alto rischio di sanzioni da Bruxelles per violazione del principio di libera circolazione delle merci. Ma evidentemente, al governo interessa più il consenso degli elettori impauriti che il rispetto dei trattati.
Cosa Può Fare Oggi un Cittadino?
- 🖋️ Firmare petizioni come quella accolta dall’UE
- 📢 Partecipare a manifestazioni e incontri pubblici
- 💰 Sostenere economicamente i ricorsi legali
- 📲 Diffondere contenuti veritieri contro la disinformazione
- 🧠 Restare informati. Perché l’ignoranza è il primo alleato della repressione.
Conclusione: Semi di Resistenza
La filiera della canapa legale non si spegne. Anzi. Si rafforza. Trova nuovi canali, alleanze, idee. Si mobilita, si informa, si connette. Perché questa battaglia non è solo economica. È culturale. È politica. È civile.
Difendere la cannabis light oggi significa difendere il diritto di scegliere, di curarsi, di lavorare, di pensare. Significa dire NO a un potere che vuole solo silenzio e obbedienza.
Canapalandia è con voi. Per informare, per resistere, per coltivare – sempre – libertà.
Spazi pubblicitari, visibilità, supporto legale: ogni contributo è un seme contro l’ignoranza. Grazie.
🌱 Unisciti a chi non si arrende
Difendere la canapa significa difendere la libertà, la scienza e il lavoro.
Se anche tu credi che il proibizionismo non è la risposta, aiutaci a mantenere viva questa battaglia di verità, cultura e resistenza.
Ogni gesto è un seme. Piantalo con noi.