🚨 L’Italia sta per fare un clamoroso passo indietro. Dentro il DDL Sicurezza, presentato come misura per la tutela dell’ordine pubblico, si nasconde un attacco senza precedenti alla filiera della cannabis light. Sì, quella legale, coltivata con fatica, venduta da imprenditori onesti, utilizzata da migliaia di cittadini per rilassarsi, dormire, stare meglio.
🎯 Il cuore del problema
Con un emendamento-trappola, si vuole equiparare la cannabis sativa — anche quella con THC sotto lo 0,2% — alle droghe pesanti. Un colpo di spugna che cancella anni di lavoro, migliaia di aziende, ettari di campi coltivati, posti di lavoro, libertà di scelta.
È assurdo. È ingiusto. È una dichiarazione di guerra contro un intero settore economico e sociale.
⚖️ Cosa vogliono vietare davvero?
Non stiamo parlando di droghe sintetiche o cannabis ad alto contenuto di THC, ma di varietà di canapa industriale riconosciute a livello europeo. Parliamo di un prodotto con THC al di sotto dello 0,2%, privo di effetti psicoattivi, regolamentato dalla Legge 242/2016, con precise indicazioni sull’impiego agricolo e industriale.
Questi prodotti non servono a “sballarsi”, ma vengono usati per realizzare tessuti, bioplastiche, oli naturali, cosmetici, alimenti e infiorescenze per uso tecnico o collezionistico. Alcuni li utilizzano anche per rilassarsi o favorire il sonno in modo naturale, legale e privo di effetti collaterali gravi.
📉 I numeri di un settore che funziona
In Italia, la filiera della canapa industriale ha generato negli ultimi anni:
- oltre 3000 aziende attive nel settore
- più di 10.000 ettari coltivati
- un indotto economico che supera i 150 milioni di euro annui
Un ecosistema in espansione, che unisce agricoltura sostenibile, innovazione, benessere e ricerca. E ora tutto questo potrebbe sparire da un giorno all’altro.
💼 Chi verrebbe colpito
Le conseguenze non sarebbero solo simboliche. Colpirebbero direttamente:
- Coltivatori che hanno investito tempo e denaro nella riconversione agricola
- Piccole imprese e startup che vendono prodotti a base di CBD e canapa
- Farmacie e parafarmacie che offrono oli o infiorescenze tecniche
- Consumatori che trovano nella cannabis light una risposta naturale a stress, insonnia o ansia
🧨 Le conseguenze sulla legalità
Vietare la cannabis light non farà altro che:
- spingere migliaia di consumatori verso il mercato nero
- rendere più difficile distinguere tra prodotti legali e illegali
- incentivare la criminalità organizzata a rientrare nel settore
- far perdere allo Stato milioni di euro in gettito fiscale
Una regressione assurda, nel momento in cui altri Paesi stanno legalizzando, regolamentando e tassando, con risultati concreti anche in termini di salute pubblica.
🇪🇺 Europa: un’altra direzione
Mentre l’Italia si muove verso il proibizionismo, l’Europa continua a spingere per una regolamentazione intelligente.
Nel 2023 la Corte di Giustizia UE ha stabilito che un Paese membro non può vietare la vendita di CBD prodotto legalmente in un altro Stato dell’Unione.
Nel 2024 il Parlamento Europeo ha accolto una petizione firmata da oltre 50.000 cittadini italiani per fermare il divieto della cannabis light. Si tratta di una vittoria simbolica ma importante: la Commissione europea indagherà sulle mosse del governo italiano.
🔬 E la scienza?
La letteratura scientifica è ormai chiara: il CBD non è psicoattivo, non crea dipendenza, e può avere effetti benefici su:
- Ansia e stress
- Insonnia
- Infiammazioni
- Dolori cronici
Bloccare l’accesso a queste sostanze significa negare una possibile alternativa ai farmaci più pesanti e spesso inefficaci.
🔎 Perché questa scelta allora?
Dietro l’emendamento non c’è solo ignoranza. C’è anche una volontà di controllare la narrazione pubblica, di accattivarsi un certo elettorato che vive ancora con l’idea che “canapa = droga”.
Ma noi sappiamo che non è così. E non possiamo più permettere che chi non conosce il settore decida per noi.
📢 Cosa possiamo fare?
- Firmare petizioni nazionali ed europee
- Scrivere ai parlamentari per chiedere la rimozione dell’emendamento
- Acquistare e sostenere i produttori legali, ora più che mai
- Parlarne, condividerlo, informare gli altri
La cannabis light è legale, utile, sostenibile. E deve restarlo.
📩 Mail da inviare ai parlamentari
Ecco un esempio di testo che puoi copiare e inviare ai tuoi rappresentanti politici per chiedere il ritiro dell’emendamento sul divieto della cannabis light:
Gentile Onorevole,
Le scrivo in qualità di cittadino preoccupato per le conseguenze dell’emendamento contenuto nel DDL Sicurezza che, se approvato, vieterebbe la coltivazione, la trasformazione e la vendita della cannabis light anche con THC inferiore allo 0,2%.
Una simile decisione metterebbe in crisi migliaia di aziende agricole e commerciali, distruggerebbe posti di lavoro e costringerebbe i consumatori a rivolgersi a mercati illegali.
Le chiedo di opporsi a questo emendamento e di difendere la legalità, l’economia sostenibile e la libertà di scelta.
Distinti saluti,[Tuo Nome e Cognome]
Puoi inviarla tramite PEC o email semplice a deputati e senatori della tua regione.
🌿 Vuoi sostenere la causa?
Se apprezzi il nostro impegno e vuoi aiutarci a continuare a informare e difendere la filiera della canapa legale, puoi:
Il tuo contributo fa la differenza.
📣 La battaglia per la canapa legale è anche la tua
Oggi siamo di fronte a una scelta: tornare al passato, fatto di paura e disinformazione, oppure costruire un futuro fatto di conoscenza, trasparenza e diritti.
Canapalandia c’è. E ci sarà. Ma ha bisogno anche di te.
👉 Condividi questo articolo, commenta, schierati. La canapa è parte del nostro presente e, se lo vogliamo, del nostro futuro.