Cannabis Sativa: scoperto un nuovo cannabinoide e composti mai visti prima nei fiori

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Illustrazione scientifica che mostra la pianta di Cannabis sativa, il nuovo cannabinoide cannabielsoxa e composti tipo clorina recentemente scoperti

Nel vasto universo dei fitocomposti della Cannabis sativa, una nuova scoperta sta facendo parlare di sé nella comunità scientifica. Un team di ricercatori sudcoreani ha identificato un nuovo cannabinoide, il cannabielsoxa, e ben dieci ulteriori composti bioattivi, alcuni dei quali mai associati prima alla pianta.

La ricerca, pubblicata il 12 aprile 2024 sulla rivista Pharmaceuticals, rappresenta un’importante pietra miliare per la farmacologia naturale e la cannabis medica, aprendo scenari del tutto inediti.

🔬 Cos’è il cannabielsoxa?

Il cannabielsoxa è un cannabinoide strutturalmente simile al CBD, ma con una configurazione chimica mai descritta prima. È stato isolato grazie a sofisticate tecniche di laboratorio:

  • Cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC)
  • Spettrometria di massa (MS)
  • Risonanza magnetica nucleare (NMR)

Nel dettaglio, i ricercatori hanno individuato:

  • ✅ Sei cannabinoidi già noti
  • ✅ Uno nuovo, il cannabielsoxa
  • ✅ Quattro composti clorina-like

🌱 I composti clorina-like nella cannabis

Tra questi, spiccano due molecole inedite nella cannabis:

  • 13(2)-idrossifeoforbide b (estere etilico)
  • Ligulariafitina A

Si tratta di composti solitamente presenti in alghe e piante verdi, noti per le loro proprietà fotodinamiche utili nella ricerca oncologica.

⚕️ Potenziale terapeutico e sviluppi futuri

Il cannabielsoxa, sebbene non abbia mostrato tossicità su cellule di neuroblastoma in vitro, apre nuove strade di ricerca su possibili applicazioni:

  • Disturbi neurodegenerativi
  • Terapie oncologiche fotodinamiche
  • Fitoterapia avanzata

📢 Conclusione: la pianta continua a sorprenderci

Questa scoperta scientifica è un ulteriore invito a superare il proibizionismo ideologico e a lasciare che la ricerca sulla cannabis possa proseguire senza ostacoli.

Il potenziale terapeutico della pianta è ancora largamente inesplorato, e ogni nuovo studio ci ricorda che fermare la conoscenza è l’errore più grave.

🔗 Fonti


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