11 aprile 2025 – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il Decreto Sicurezza,
approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 aprile. Un atto che, nonostante le modifiche apportate rispetto
al disegno di legge iniziale, introduce misure che sollevano serie preoccupazioni riguardo alle libertà civili,
ai diritti fondamentali e alla legalità stessa della Repubblica.
📜 Principali disposizioni del Decreto Sicurezza
Bloccare una strada non sarà più una semplice infrazione amministrativa ma un reato penale.
La resistenza passiva sarà criminalizzata. L’occupazione di immobili, anche per necessità abitativa, potrà costare
fino a sette anni di carcere. Il messaggio è chiaro: zitti e a casa.
Si introduce una nuova forma di detenzione per le madri, limitando i benefici umanitari.
Si permetterà agli agenti di polizia di essere coperti economicamente dallo Stato anche in caso di
procedimenti penali. E dulcis in fundo, si punisce la canapa legale, colpevole di essere… legale.
🌿 Il Caso Cannabis: Una Repressione Ingiustificata
Con il decreto, la cannabis light viene ufficialmente equiparata a una sostanza stupefacente.
Sono vietate le infiorescenze, gli oli, le resine, gli estratti, anche se contenenti meno dello 0,2% di THC.
L’unica eccezione riguarda i semi, che però non possono essere coltivati per ottenere infiorescenze.
È il trionfo della confusione repressiva.
Il danno è enorme: si colpisce un settore del tutto legale, basato su norme europee e
riconosciuto da sentenze della Cassazione e della Corte di Giustizia UE.
💥 Impatti Devastanti sul Settore
Il giro d’affari della canapa legale in Italia valeva oltre 2 miliardi di euro.
Circa 22.000 posti di lavoro sono ora a rischio. Si parla di agricoltori, trasformatori, ricercatori,
professionisti del benessere, rivenditori, startup e-commerce, artigiani e commercianti.
Tutti criminalizzati da un giorno all’altro.
Molti rischiano procedimenti penali per aver tenuto in magazzino prodotti oggi vietati.
Non è prevista alcuna fase di transizione. Chi lavora nella canapa viene trattato
come uno spacciatore. È la fine di un settore, e la fine della logica.
⚖️ Conflitto con l’Unione Europea
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha più volte ribadito che il CBD non è uno stupefacente.
Impedire la libera circolazione di questi prodotti tra paesi membri è illegittimo.
Il decreto italiano viola il diritto comunitario e espone il Paese a sanzioni e ricorsi.
L’Italia si isola mentre Germania, Svizzera e Repubblica Ceca regolamentano la cannabis
in chiave moderna. Noi torniamo al passato, con lo spauracchio dello spinello come minaccia alla sicurezza nazionale.
🔒 La Strategia del Controllo Totale
Il decreto ha un obiettivo evidente: reprimere il dissenso, il pensiero critico e l’indipendenza economica.
Chi coltiva canapa, chi manifesta in strada, chi occupa uno stabile abbandonato, chi chiede più diritti:
tutti devono stare zitti e buoni.
È un attacco ideologico, che usa la sicurezza come cavallo di Troia per imbavagliare
l’autonomia dei cittadini. A rimetterci saranno i più fragili, i più coraggiosi, i più innovativi.
🧨 Effetti Collaterali: Cittadini nel Mirino
Chi possiede prodotti legali a base di canapa rischia sanzioni. Chi manifesta pacificamente, rischia
anni di carcere. Chi prova a cambiare qualcosa in questo Paese viene punito. È un messaggio chiaro:
la libertà è una colpa.
Ma in un clima del genere, non sarà la sicurezza a prevalere, bensì la paura, il sospetto, il silenzio.
Il prezzo? Un Paese più povero, più ignorante, più ingiusto.
✊ Reazioni e Mobilitazioni
Le associazioni di categoria – da Canapa Sativa Italia a Confagricoltura, da
Federcanapa a Coldiretti – hanno lanciato una mobilitazione nazionale.
Si preparano ricorsi al TAR, denunce a Bruxelles, petizioni popolari e manifestazioni
pubbliche in tutta Italia.
Anche giuristi, medici, economisti e parlamentari di opposizione hanno denunciato l’incostituzionalità
del decreto. Ma serve una risposta forte dal basso: non possiamo restare a guardare.
🧭 Conclusione: Un Decreto Contro l’Intelligenza
Questo decreto non serve a garantire sicurezza. Serve a coprire il disastro sociale, economico e politico
di un governo incapace. Serve a distrarre l’opinione pubblica. Serve a mantenere il potere colpendo i più deboli.
Non possiamo accettarlo in silenzio. Difendere la canapa oggi significa difendere il diritto
di vivere in un Paese libero, sostenibile, intelligente. E questo diritto non ce lo faremo portare via.
📚 Fonti
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Difendere la canapa significa difendere la libertà, la scienza e il lavoro.
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